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La piece “Amerique” è intervallata da canzoni su testi di Ivano Malcotti (eccetto “L’Oriente del Nord”), musicate e cantate dal cantautore Augusto Forin.

UNITI

Sgarrupati o maniman
Ci siamo trovati tutti qua
Sulla nave facce sporche
e pidocchi a non finire
Bauscia un po' balenghi
Piccirilli  o sciuscià
L'Italia è una sola
sembra il monte di pietà
Concettina di Agrigento
Con Antonia di Vicenza
Teresina di Laigueglia
ma la storia è sempre quella

La Fame è Fame
Non ha rivali o contese
La fame è Fame
e Tutto il mondo è paese
La fame è Fame
non si può accettare
La fame è Fame
e lei che ci fa emigrare

Pelle scura contadina
Paesani o cittadini
Mestrini di terraferma
Ci sentivamo più vicini
Lui è solo un mangiagat
Tu hai braccia troppo corte
Ella vive da eremita
È poi giù tante botte
è più meglio partire
Questa vita sta stretta
Al mio paese si dice
Lamerica  c'aspetta
Nella borsa metti il pane
E non piangere Maria
Stai tranquilla torno ricco
e ti porto via

La Fame è Fame
Non ha rivali o contese
La fame è Fame
E Tutto il mondo e' paese

Carissimo mio fratello e madre e sorella
vi mando queste due righe per dirvi le mie notizzie
e anche per sapere le vostre di tutti
voi in compagnia mi perdonerete della mia poca cura
di tardiare tanto ha scrivere
ma tribolo tanto perché lavoro giorno e notte
per portare un po' di soldi
e togliermi la Fame

La Fame è Fame
Non ha rivali o contese
La fame è Fame
E Tutto il mondo è paese
La fame è Fame
Non si può accettare
La fame è Fame
E lei che ci fa emigrare
La fame non nasce
Da sola in terra
La usa il potere
Per fare meglio la guerra

LA FUGA

C’è una fuga dall'inferno
che non scordi facilmente
quante anime all'ammasso
chiedon vita solamente
Poi le trovi dentro ai campi
e Bambini manovali
occhi grandi disperati
dietro ai loro caporali
Non nasconderlo che è vero
è la tua convenienza
sfiancati sul lavoro
con stipendi da indecenza
Quando siamo partiti
quando sono arrivati
eravamo  pezzenti ora sono odiati
Quando sono partiti
quando siamo arrivati
non fa differenza
eravamo odiati
Stesse facce scavate
occhi piccoli e persi
la paura è la stessa
con linguaggi diversi
Lei Nigeria o dal Congo
noi Sicilia o Livorno
si partiva con niente
solo speranze intorno
Quanti morti innocenti
uccisi al lavoro
quante vite sprecate
per cercare un decoro
Quando siamo partiti
quando sono arrivati
eravamo pezzenti
ora sono odiati
Quando sono partiti
quando siamo arrivati
non fa differenza
eravamo odiati
Tornare è un credo
per tutti una fede
per le vittime di tratta
o il bracciante di mele
Tornare per dire
tutto il mondo ci vuole
non solo per soma
ma come persone
La nostra vita ci chiede almeno il permesso
di non vivere da schiavi
come Dio ci ha promesso
Quando siamo partiti
quando sono arrivati
eravamo  pezzenti
ora sono odiati
Quando sono partiti
quando siamo arrivati
non fa differenza
eravamo odiati

L’ASSURDO

È più assurda l'agonia
Che lo stare tutti insieme
A dividere quel poco
A dividere quel che viene
È più assurda questa vita
Che divide un bambino
Che ci vende agli scafisti
Per sperare in un destino
È più assurdo il capitale
Che cancella ogni speranza
che non guarda in faccia a niente
Sale sopra ad ogni presenza
Siamo assurdi pure noi
Non andiamo avanti un metro
Sempre a caccia al meno peggio
e torniamo sempre indietro
Siano assurdi e tanto fessi
a fare i moderati
sempre pronti a firmare
patti scellerati
Anche assurdi ed egoisti
troppe volte siamo biechi
neppure ci accorgiamo
che siamo diventati ciechi
È più assurda l'omertà
Del non voler vedere
E stare chiusi dentro casa
Nel nostro bel podere
È assurdo poi parlare
Di razze quando invece
Esiste solamente
Quella umana e la sua specie
È più assurda sai l'infamia
Del benessere rubato
E non ammettere che c'è
un diritto ormai violato
Siamo assurdi pure noi
Non andiamo avanti un metro
Sempre a caccia al meno peggio
e torniamo sempre indietro
Siano assurdi e tanto fessi
a fare i moderati
sempre pronti a firmare
patti scellerati
Anche assurdi ed egoisti
troppe volte siamo biechi
neppure ci accorgiamo
che siamo diventati ciechi
È assurdo constatare
Nel duemila e anche oltre
L'indecenza della fame
Che nasce senza colpe
È assurdo accettare
Bombe e spese militari
E migliaia di affogati
Risucchiati dentro ai mari
È assurdo un parlamento
Che non parla mai di questo
Come se la nostra vita
Non valesse il primo posto
Siamo assurdi pure noi
Non andiamo avanti un metro
Sempre a caccia al meno peggio
e torniamo sempre indietro
Siano assurdi e tanto fessi
a fare i moderati
sempre pronti a firmare
patti scellerati
Anche assurdi ed egoisti
troppe volte siamo biechi
neppure ci accorgiamo
che siamo diventati ciechi

L’INGANNO

Se domani questo inganno
fosse dichiarato al cielo
prenderemo anche per buono
quel che oggi non sembra vero
servirebbe un uomo giusto
che prendesse questo mondo
e con la forza di un titano
lo cambiasse fino in fondo
è un inganno questa vita
che non lascia una speranza
per milioni di ingannate
non c'è un cielo in una stanza
è un inganno e si ripete
è la violenza che c'è intorno
al lavoro o dentro casa
nella morte di ogni giorno
se domani questo cambio
fosse il pane del futuro
senza sangue e sacrifici
cadrebbe anche l'ultimo muro
è un inganno che continua
nessuno chiede mai perdono
va gridato con coraggio
mi vergogno d'esser uomo
non serve certo un dio
da creare per procura
metti al bando il pregiudizio
riscriviamo la cultura
saranno donne ritrovate
compagne amiche nel percorso
esistenze rifiorite
con la vita al nuovo corso
perché è un inganno questa vita
che non lascia una speranza
per milioni di vendute
non c'è amore in una stanza
è un inganno e si ripete
la violenza che c'è intorno
nelle strade o nella rete
nelle offese di ogni giorno
si se domani questo inganno
disegnato dal potere
fosse preso e messo al bando
dalla forza del volere
è un inganno che continua nessuno chiede mai perdono
va gridato con coraggio
mi vergogno d'esser uomo
va gridato con coraggio
mi vergogno d'esser uomo

ORIENTE DEL NORD

Questo è l'oriente del nord
dove vengono a meditare le persone sole e le zanzare
è l'oriente del nord
e nella scia delle navi ci puoi trovare le coppie clandestine
condannate a nuotare
e c'è un bazar per ogni portone
e una mano tesa ad ogni stazione
di questa lenta via crucis metropolitana

Questo è l'oriente del nord
dove si possono riciclare
le promesse mancate d’oltremare
è l'oriente del nord
e tra le righe di tutti i giornali
ci puoi trovare i numeri facili da giocare
per questa grande illusione
di questa nostra illusione
ma è già arrivato un grande stregone
che nell'antro oscuro di una televisione
sta preparando i riti per la nuova stagione

Ma vegni che te cönto ö ma de sta tæra
e cömme l'è ca le nasciua sta guera

Ma come potremo continuare a sperare
se tutto intorno non c'è più colore
se questa notte non ha più sapore
se questa terra non ha più valore

In questo oriente del nord
dove si vengono a rifugiare i diavoli poveri
sfugguti ad un inferno statale
ad un inferno fiscale
e c'è un bazar per ogni portone
e una mano tesa ad ogni stazione
di questa lenta via crucis
metropolitana

SORELLE

Emilia come te
C’è un continente intero
Che parte dalla fame
E va a morire lontano
Non è cambiato niente
oggi come ieri
padroni assassini
padroni carcerieri
la dinamica è la stessa
ti scappa da pisciare
quel Mangiafuoco farabutto
ti dice qui non si può uscire
Emilia come vedi
Il tempo non insegna
il profitto sempre impera
La morte non indigna
Una scintilla come tante
Voi avvolte in vecchi lacci
Tante giovani ragazze
Carbonizzate come stracci
Il dolore senza nome
Non fa poi così male
Non merita neppure
il tuo nome sul giornale
Emilia come te
migliaia di bambine
per sconfiggere la fame
Faranno la tua fine
La vittima è una merce
che merita un rimborso
Arriva per assegno
per chiudere il ricorso
Criminali del profitto
difesi dalla legge
Vermi per denaro
difesi dal loro gregge
Così siamo sorelle
Di un tempo sbagliato
Per sempre sorelle
Di un diritto negato
Siamo sempre sorelle
In ogni parte del mondo
Davvero sorelle
Tu Tienine conto
Siamo sempre sorelle
Non c'entra il sangue
Per sempre sorelle
Stanche ma non vinte

IL NOSTRO MONDO

Senza dare una  risposta
tornerai a stare zitto
a pensare a tuoi profitti
come fosse tutto scritto
Questo mare che ci inghiotte
sputa l'ultima bestemmia
sangue giovane innocente
spremuto come una vendemmia
Quanti stupri in bagnarola
mille calci e gran terrore
ma non ti vergogni mai
di aver permesso tanto orrore
Salperanno i rimasti
forse toccheranno terra
poi la’, dentro a quel recinto
racconteranno questa guerra
un mondo a rovescio
e fa schifo  il suo potere
è un mondo sai perverso
non si deve mai sapere
è un mondo sempre infame
popolato da pirati
è un mondo che è già morto
di uomini braccati...
È una cloaca questo mondo
che si anima di bande
dove fedi terroriste
nessun dio più comprende
Non risponderai a nessuno
e a quel beota di Giussano
che un bimbo appena nato
l’ha chiamato clandestino
Non ti senti un po' in dovere
se non altro  per decenza
di fermare questi lutti
per lavarti la coscienza
Questo mondo che ci ha visto
solo carne tra le onde
questo mondo che ci umilia
e Bastona con le ronde
un mondo a rovescio
e fa schifo  il suo potere
è un mondo sai perverso
non si deve mai sapere
è un mondo sempre infame
popolato da pirati
è un mondo che è già morto
di uomini braccati...
Senza dare una  risposta
tornerai a stare zitto
a pensare a tuoi profitti
come fosse tutto scritto
Senza dare spiegazione
tornerai dentro al tuo tempio
a fondare altre banche
per milioni senza scampo
La tua chiesa dei tesori
pregherà quasi infamante
con menzogne di ogni tipo
come farebbe un cartomante
La tua chiesa dei potenti
dei sui soldi a tutto tondo
questa chiesa indecente
che umilia questo mondo
È un mondo a rovescio
e fa schifo  il suo potere
è un mondo sai perverso
non si deve mai sapere
è un mondo sempre infame
popolato da pirati
è un mondo che è già morto
di uomini braccati...

GIOSTRA D’APRILE

Eravamo forse stupidi
Tanto tempo fa
Ci Bastava quasi niente
Chiedevamo libertà
Ci sembrava sempre poco
Volevamo l'infinito
Ogni cosa veniva dopo
Prima c'era il gran partito
Ma come non ricordi
Il primo bacio nel fienile
E dopo subito di corsa
intorno al vecchio ciclostile
Ma io ci credo ancora
Di cambiare ora e qua
Non mi sono mai arreso
A questa nuova società
Io ci credo veramente, lo so
siamo al fondo del barile
ma basta alzar la testa
e avremo ancora un nuovo aprile
Eravamo forse stupidi
Credevamo nell'idea
leggevamo De Beauvoir
E anche un certo Antonio Gramsci
Si del resto anni fa
Eri controllato a vista
e il peggior insulto era
passar da qualunquista
Si e' vero si diceva
e il linguaggio era anche duro
Da Ingrao, Nilde o Enrico
Non sentivi un vaffanculo
Ma io ci credo ancora
Di cambiare ora e qua
Non mi sono mai arreso
A questa vostra società
Io ci credo veramente, lo so
siamo al fondo del barile
ma basta alzar la testa
e avremo ancora un nuovo aprile
Eravamo forse stupidi
credevamo veramente
ora è tutto nella rete
non siamo più in mezzo alla gente
Basta stare alla finestra
scendiamo giù dalla soffitta
Troppo tempo abbiamo perso
A parlare di sconfitta
Non giriamoci più indietro
un’altra vita inizia
Non lasciamo che ci vinca
un’altra volta la pigrizia
Perché ci credo ancora
Di cambiare ora e qua
Non mi sono mai arreso
A questa vostra società
Io ci credo veramente, lo so
siamo al fondo del barile
ma basta alzar la testa
e avremo ancora un nuovo aprile